E poi aiutiamo loro: Educare alle emozioni
I bambini spesso non sanno come reagire davanti a quello che provano. La loro espressione di rabbia, paura, frustrazione, si esprime con il pianto, o il rifiuto di fare qualcosa, o i litigi, perché non riconoscono quello che stanno provando. Potrebbe essere la prima volta che si sentono così.
E’ molto utile un’educazione emozionale, soprattutto attraverso delle storie in cui possano ritrovarsi, e di cui parlare insieme. Ogni bambino e bambina è diverso/a, i bisogni anche, ma accompagnarli alla scoperta di questo aspetto, e che è normale provare quello che si prova, può aiutare tanto.
Ricordo uno dei nostri ragazzi che non amava fare i compiti, era una battaglia. Ma aveva un disturbo dell’attenzione e si sentiva incapace. Ecco perché era molto più utile sedersi e spiegare piuttosto che arrabbiarsi perché non faceva il suo dovere, non farlo uscire, eccetera.
Qualche giorno fa un bimbo di sette anni nello spettro autistico è scoppiato in un pianto disperato a ricreazione. La sua amica mi ha detto: “Non gli piace essere bagnato”. Aveva una goccia d’acqua sulle ginocchia dei pantaloni. Per me nulla, ma per lui era un disagio enorme, così sminuire non aiuta! Si può invece insegnare che una goccia si asciuga presto (e magari farlo insieme) e mettere la tuta impermeabile la ricreazione successiva. Quando i bambini si sentono ascoltati, sono rassicurati dal fatto che noi ci siamo e che vogliamo aiutarli a risolvere i problemi e comprendono di non essere i soli a sentirsi così.