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Questa mattina in chiesa abbiamo cantato un inno, chiamato Betlemme piccola città. Non è uno dei canti di Natale più famosi, e parla di una piccola città tranquilla, con le strade un po’ buie ma illuminate da una luce speciale. All’inizio della terza strofa dice: “In grande silenzio venne il dono di Dio per noi”(traduco dall’innario norvegese perché non ho quello italiano sotto mano).
Finendo di cantare ho pensato che non è stata l’unica volta in cui Gesù è arrivato piano. Non ha scelto Gerusalemme, che era il centro politico e religioso di quel tempo, ma un centro minore (che aveva dato i natali anche a Davide e in cui si erano svolti altri episodi raccontati nelle scritture), di notte.
Oggi il Natale si celebra dovunque, con luci, musica e colori, ma Lui arriva piano, spesso invisibile, nascosto da tutte le altre cose che si fanno sentire, perché hanno obiettivi diversi. In Norvegia, paese di abeti e neve, l’atmosfera si sente tanto nelle strade illuminate, i mercatini, i concerti, le case di babbo natale e julenisser (folletti), il profumo di zenzero e cannella dappertutto… è molto accogliente e suggestivo, uno dei miei periodi preferiti nonostante le giornate così brevi.
Ho sempre amaato questo periodo per la possibilità di stare insieme, di vivere delle tradizioni, di cucinare a lungo e sedersi senza fretta, di ricordare gli altri con un dono, c’è un’atmosfera speciale nelle case, dietro le finestre accese, molto amore che viene scambiato. Il vero messaggio di Natale però arriva piano, in silenzio come la neve che cade. Per me, quest’anno in cui non potrò vedere la mia famiglia il senso del Natale sta nella gratitudine e nel cercare di essere più simile a questo bambino che pur senza vivere sotto i rifettori ha avuto una vita straordinaria. Il giorno di santa Lucia, in cui quì i bambini si vestono di bianco e cantano con le candele distribuendo dolcetti chiamati lussekatter, si comprende meglio quando si vive al nord e l’inverno è lungo e buio. Forse per questo Gesù è nato di notte, perché la luce si apprezza di più. La luce e il calore, la speranza sono il dono più grande, che abbiamo già ricevuto, in silenzio.